Il Nepal chiede al\'Onu di "riportare la pace ai piedi dell'Himalaya"
Il governo di Kathmandu ha inviato una richiesta formale alle Nazioni Unite per chiedere di intervenire nel Paese, prendere il comando dell'Esercito e della guerriglia e controllare la situazione fino alla conclusione dell'Assemblea costituente.
Kathmandu (AsiaNews) Un "sincero sforzo verso l'instaurazione di un regime democratico e pacifico". E' questo il commento con cui i nepalesi hanno accolto la lettera formale del governo al segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, in cui chiede di gestire armi e uomini sia dell'Esercito regolare che della guerriglia maoista per tutta la durata dei lavori dell'Assemblea costituente.
Secondo il padre gesuita Akijiro Ooki che da anni lavora nel Paese per aiutare i bambini con problemi mentali l'impegno dell'Onu "porterà alla fine della crisi che si è creata, ridarà fiducia reciproca ad entrambi le parti e servirà a costruire una strada solida verso l'integrazione nazionale anche dei più deboli, che in un Paese così povero sono molti".
"Prego ogni giorno dice ad AsiaNews affinché questo impegno trasformi i nemici in fratelli: d'altronde, i guerriglieri ed i soldati sono entrambi figli dell'Himalaya. Se riescono a fidarsi di nuovo l'uno dell'altro, la pace è garantita".
"Soprattutto aggiunge il gesuita le Nazioni Unite sono nate per mitigare gli effetti degli orrori della Seconda Guerra mondiale e, ringraziando Dio, ci sono riuscite. Io credo sinceramente che ora possa eliminare i semi dell'incomprensione fra la popolazione, che è stata per troppo tempo testimone del sangue che si è sparso".
Dello stesso avviso Pragayashil, monaco buddista, che ad AsiaNews spiega: "L'Onu è conosciuta nel mondo per la sua neutralità e per il suo impegno a favore della pace. Il governo ha preso la decisione più giusta quando ha lo ha invitato a monitorare la nostra situazione". "Sono particolarmente felice aggiunge perché il culto della violenza che si era impossessato della terra del Buddha negli ultimi dieci anni sta per sparire".
Per Ram Ekbal Choudhary, attivista per i diritti umani, "il popolo nepalese ha nei suoi geni la pace. I dieci anni di conflitti, che si sono presi 13 mila vita, sono stati visti dalla maggior parte di noi come un'aberrazione.
La richiesta all'Onu, siglata dal premier Girja Prasad Koirala, sottolinea l'importanza dell'accordo di pace firmato il 16 giugno scorso dal governo e da Prachanda, leader supremo della guerriglia. Fra gli otto punti che lo compongono vi è proprio la richiesta di aiuto alle Nazioni Unite, oltre al consenso di entrambe le parti di posare le armi senza sciogliere le fila dei combattenti, dei quali i caschi blu assumeranno il comando.
31/12/2007